appartamento stile nordico

panoramica
Lo ricordo come fosse ieri: il mio primo progetto, la prima casa di cui mi sono occupata. La prima trasformazione!
Era un appartamento ed è stato pura emozione, sia per me che l'ho realizzato, sia per l’investitore che me lo ha commissionato. È stata pura emozione per entrambi, perché nessuno dei due avrebbe mai immaginato che il risultato finale sarebbe stato questo. Ammetto che ero nervosa e inizialmente non sapevo da dove cominciare, ho fatto mie tutte le nozioni imparate nei corsi e ho iniziato a fare una check list partendo dalle misure e dall’esame degli arredi.
Ci ho messo tanto, perché era il mio primo lavoro e volevo farlo bene. Messo tanto per me significa che ci ho messo un mesetto tra realizzazione del progetto cartaceo e trasformazione finale con allestimento. Come si può notare dalle foto l’immobile non era in uno stato semplice e mi destava molte preoccupazioni dato che era il primo immobile, non potevo permettermi di perdere.
La struttura era quella di un monolocale. Il soggiorno con divano letto presentava quindi anche la cucina, poi c’era il bagno, pieno di muffa, e anche un piccolo
antibagno con un muro interamente ammuffito.
Il mio progetto si sarebbe occupato non solo della struttura del monolocale, dunque gli spazi, ma anche dell’arredamento. In questo caso ho valutato bene le condizioni degli arredi presenti, ho potuto recuperare la cucina. Era la sola che potevo tenere “buona” il mobile del soggiorno era troppo danneggiato pertanto l’ho smontato e recuperato le parti non danneggiate come mensole nel mio laboratorio.

La cucina era appunto in buono stato, purtroppo in uno stile un po’ troppo non attuale, infatti era in wengè scuro sulla parte inferiore e laminato chiaro nella parte
superiore. L’ho riadattata ho lasciato la parte del chiaro e ho pitturato tutta la parte scura di bianco, il pianale era rovinato in più punti pertanto l’ho verniciato con una lavorazione effetto cemento così come la prima fila di piastrelle. A quel punto ho ricreato lo stesso identico effetto sul lampadario della cucina, proprio per fare in modo che con questo effetto cemento ci fosse un elemento di continuità e di armonia che potesse anche far sembrare più ampio lo spazio. Il tavolo era troppo piccolo pertanto l’ho recuperato e portato nel mio magazzino per poterlo riadattare e utilizzare in altri immobili.

Il divano presente nell’immobile non poteva purtroppo ospitare nuovi inquilini, il materasso era da sostituire anche per igiene, ma le molle del letto non erano in buono stato e la spalliera del divano era rotta ed irreparabile. Niente paura era tutto già previsto dal progetto, ma ho recuperato le parti della fodera e della gomma piuma e necessariamente dovuto eliminare ciò che non era recuperabile. Ho quindi acquistato
un nuovo divano, letto e, anche in questo caso, dato che voglio sempre accertarsi della qualità di ciò che scelgo, e desideravo fosse comodo, mi sono recata
personalmente dal rivenditore per poterne provare diversi e rendermi conto che il materasso fosse adatto al sonno non solo di una notte, ma in previsione del fatto che quello sarebbe stato un vero e proprio letto. Quindi mi serviva un divano con un materasso a tutti per ogni notte. Il pavimento che era in parquet era danneggiato e privo in diversi punti di vernice, è stato scartavetrato totalmente, gli ho dato una nuova veste e previa stuccatore dove c’erano graffi, gli ho applicato sopra una vernice protettiva che desse nuovamente
vita al parquet.
Logicamente ho imbiancato tutte le pareti, previa pulitura dalla muffa con prodotti specifici e stuccatura di eventuali buchi sui muri dovuti a mensole e/o quadri. Ho dovuto dare una mano di antimuffa e successivamente tre mani di vernice all'acqua.
Sulla parete dell’antibagno invece ho dovuto provvedere ad eseguire una lavorazione più intensa. La parete era troppo danneggiata dalla muffa pertanto ho dovuto provvedere ad una scartavetratura del muro con non poca difficolta e tanta fatica, non l’avevo mai fatto ma ho sempre osservato maestranze che eseguivano questo tipo di lavorazioni e soprattutto dopo essermi documentata ho seguito tutti i consigli del mio fornitore di fiducia. Dal momento in cui non si sfogliava più il muro ho eseguito su tutta la superficie una rasatura e successivamente ho applicato una vernice termica.
L’ultima stanza a cui mi sono dedicata, che era anche la più problematica e quella che mi spaventava maggiormente, è stata il bagno. Aveva delle piastrelle azzurrine che non mi piacevano assolutamente. Non c'entravano niente con tutto il resto della casa, che da progetto doveva essere bianco e grigio con elementi decorativi sul nero e soprattutto tanto color legno naturale che mi desse l’emozione di pace e tranquillità.
L’aspetto dell’immobile doveva essere naturale e sobrio, ma soprattutto doveva essere armonioso tra gli ambienti e molto luminoso Ho cercato in tutti i modi di poter rifare le fughe, ma la muffa continuava a uscire.
Più cercavo di sbarazzarmene e più mi rendevo conto di avere problemi! Più ne toglievo e più ne avevo da togliere! Non volevo dargliela vinta. È stato a quel punto in cui ho pensato che la pitturazione del bagno fosse la cosa più importante da fare e così mi sono informata e documentata su quali vernici potessi
utilizzare.

Ricordo il preciso istante in cui le vernici erano asciutte e sono entrata, ero davvero stupita del nuovo effetto: luminoso, pulito, sembrava nuovo. A oggi, chi vede le
fotografie mi dice che ho cambiato le piastrelle, invece no, le ho solo pitturate.
Tramite il mio fornitore di fiducia, importante come non mai, ho trovato appunto una tipologia di vernice che potesse essere adatta a quella problematica. Dopo aver assunto tutte le spiegazioni per poter eseguire il lavoro, ho iniziato a fare la prima stesura dove c'era il box doccia, quindi ho realizzato tutta la zona della doccia con un grigio e successivamente ho fatto i pavimenti e i rivestimenti bianchi. A quel punto
ho realizzato una cornice grigia che richiamasse il colore della doccia e ho riproposto la stessa identica cosa dove c'è la zona del lavandino.
Credetemi a fine lavorazioni la prima emozione è stata vedere il bagno, in quanto ci ho messo davvero tanto impegno e ho dovuto ripitturare tutte le piastrelle. Quando sono entrata lì per la prima volta, confesso di aver provato un po’ di preoccupazione, in quanto le piastrelle erano piene di muffa che fuoriusciva dalle fughe, ma a fine lavori ero consapevole del fatto che ce l’avevo fatta ero riuscita a realizzare il progetto meglio di come l’avevo messo sulla carta.
cliente
cliente privato
richiesta
HOME STAGING
anno
2023
partners
FEDERICA LICCHELLI